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Adriano, Infermiere: “caro Michele Emiliano per piacere mi faccia tornare a lavorare dove ho i miei affetti”.

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Adriano Martella, Infermiere vincitore del Concorso in Puglia: “caro Michele Emiliano mi sono stancato di peregrinare, ho voglia e bisogno di tornare a lavorare dove c’è la mia famiglia”.

Gentile Presidente Emiliano,

mi rivolgo a Lei, col cuore in mano, per mettere in evidenza una storia, la mia, che non può rimanere nell’ombra.

E’ la storia di un infermiere salentino, Adriano Martella, che, con la valigia in mano e il sogno nel cassetto di un posto di lavoro a tempo indeterminato, parte da Andrano, nel lontano 2013, in quel del Veneto, poiché nella mia terra natia, in Salento, non c’è posto per me e per il mio grande sogno.

Con le mie sole forze e capacità (e questo posso dirlo a gran voce e con fierezza) mi confronto con una platea di concorrenti, veneti e non, provenienti da tutta Italia e, con grande soddisfazione, mi colloco utilmente in graduatoria e, nell’arco di pochi mesi, ricevo il telegramma di assunzione a tempo indeterminato; stesso mio destino nell’arco di poco tempo toccò a tutti i colleghi infermieri di quell’intera graduatoria.

Resto in Veneto per qualche anno ma la lontananza e la nostalgia di casa, dei miei affetti più cari e della mia terra diventa sempre più forte, ogni giorno di più; decido, pertanto, a malincuore per la riconoscenza dovuta all’Ulss veneta dove prestai servizio, di inviare, nel 2017, richiesta di mobilità volontaria per l’Asl di Taranto (istituto ancora valido all’epoca, poi con la nuova contrattazione abolito) unica Asl quella di Taranto ad accogliere me e tanti altri infermieri provenienti da Asl e Ospedali del Nord Italia.

La felicità è tanta, la distanza si riduce e, caparbio come sono, decido, nonostante io abbia già superato altri concorsi pubblici, di rimettermi in gioco, di concorrere di nuovo al fianco di infermieri neolaureati e infermieri nella mia stessa situazione (si parla di un totale di 17 mila candidati) per tentare di posizionarmi utilmente in graduatoria e ricevere, finalmente, il telegramma dall’Asl di Lecce.

Arriviamo ad oggi, al 2022,oggi che risulto essere vincitore del Concorso Pubblico Regionale per 566 posti di Infermiere e ancora una volta non c’è posto per me a Lecce in quanto vengo assegnato all’Asl di Taranto dove già presto servizio a tempo indeterminato da quasi 5 anni!!!

Alla luce di quest’accadimento che lascia dentro di me sentimenti di amarezza e delusione, rifletto e penso che per l’ennesima volta non riesco a tornare a casa e, cosi come me, altri vincitori assegnati a destinazioni che NON corrispondono con la prima preferenza inserita nella domanda di concorso.

C’è di più. Molti infermieri, già di ruolo, hanno avuto la mia stessa idea di tentare il concorso pubblico nonostante la procedura di Mobilità Regionale per titoli, indetta nello stesso periodo.

Basta mettere a confronto le due graduatorie per riscontrare la coincidenza.
Detto ciò mi chiedo: perché non “premiare” per meritocrazia l’impegno di 566 infermieri vincitori di concorso dando loro la possibilità di accedere alle Asl scelte come prima opzione anziché procedere al semplice collocamento dei posti messi a bando nelle diverse Asl, quando è ben evidente che oggi il fabbisogno di personale è aumentato?

Il metodo utilizzato per l’assegnazione delle sedi ha creato un gran malcontento tra i vincitori, che per l’ennesima volta vedranno svanire la possibilità di ritornare a casa e dovranno rispondere NO alle destinazioni date, questo comporterà che le Asl non colmeranno la carenza di personale e, come un cane che si morde la coda da solo, si ritornerà da capo, all’origine, con la necessità di indire un nuovo concorso pubblico al quale si iscriveranno di nuovo le stesse persone, quelle che, pur vincendo il concorso pubblico oggi, insoddisfatte, non sono ritornate a casa.

La prego Presidente, Lei può fare la differenza in questo contesto e decidere di premiare la meritocrazia e la professionalità dei 566 vincitori.

Siamo ancora coinvolti nell’emergenza pandemica del Covid19 e la presenza di personale esperto e qualificato (dati tangibili dalle fonti curriculari dei candidati vincitori, basti vedere i punteggi dei titoli!) potrebbe apportare nuova linfa alle Asl, considerando che il benessere psicologico del lavoratore non è un aspetto da sottovalutare, anzi è fondamentale.
Gli infermieri di ruolo (e non solo, questo vale anche per i colleghi a tempo determinato)siamo stati definiti “GLI EROI”, siamo coloro i quali con impegno e abnegazione non si sono tirati indietro di fronte al grande male del secolo, il Covid 19.

Chiedere di TORNARE A CASA, dopo aver vinto il concorso pubblico regionale credo che sia domanda lecita e rappresenterebbe quel ringraziamento VERO e GIUSTO da fare a noi 566 vincitori, premiando così le professionalità in maniera meritocratica, riportandoci a casa, finalmente.

Porto quindi alla Sua attenzione il mio caso, Presidente Emiliano, il caso di un Infermiere Vincitore di Concorso Pubblico Regionale al quale viene assegnata come sede l’Asl presso la quale già presta servizio a tempo indeterminato; quest’esito non rappresenta automatico motivo di esclusione dalla graduatoria in quanto non mi è consentita, da vincitore di concorso pubblico regionale, alcuna facoltà di scelta.

Chiedo quindi il suo intervento immediato nella risoluzione del mio caso e di quelli come me, vincitori di concorso, che chiedono SOLO DI TORNARE A CASA.

Adriano Martella, Infermiere

Leggi anche:

Concorso Infermieri Puglia. I riservisti scrivono a DG e decisori: “fateci lavorare vicino casa”.

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