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venerdì, Marzo 29, 2024
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2600 Infermieri no-vax tornano al lavoro dopo la revoca della sospensione.

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Sono ben 2600 gli Infermieri no-vax che potrebbero tornare al lavoro dopo la revoca della sospensione decisa dal Governo Meloni. I dati di Fnopi.

Sono 2.600 gli infermieri italiani sospesi perché non vaccinati contro Covid-19 e che ora tornano a lavoro in base alla scadenza anticipata dell’obbligo vaccinale per i sanitari. “Un numero limitato che rappresenta appena lo 0,5% degli oltre 460mila infermieri che lavorano in Italia”, spiegano all’Adnkronos Salute dalla Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (Fnopi).

E non si tratta “necessariamente di no vax, nella professione sono davvero pochi. Molti di loro sono semplicemente operatori che si sono infettati e hanno dovuto aspettare i tempi fisiologici per immunizzarsi”, una situazione che “non ha impedito le sospensioni”, perché la guarigione non è stata considerata sul piano normativo sufficiente per il reintegro.Non a caso dati indicano che “i non vaccinati si sono ridotti di 4-5 volte rispetto allo scorso anno”. E questo anche per il citato meccanismo della sospensione dei guariti. “Gli infermieri sono infatti la categoria di operatori sanitari con il più alto numero di contagi, visto che da inizio pandemia tra infezioni e reinfezioni sono stati circa 350mila contagiati in Italia, l’82% di tutto il personale sanitario secondo l’Inail”.

Le Regioni con il più alto numero di infermieri, Lazio e Lombardia, sono anche quelle in cui si è avuto il maggior numero di sospensioni. Sono poco meno di un migliaio – 7/800 – gli infermieri lombardi non vaccinati al 31 ottobre ora reintegrati, su circa 63mila iscritti. Per il Lazio nella sola provincia di Roma si arriva a oltre 500 reintegri in base al decreto che anticipa lo stop all’obbligo.Il provvedimento “mette in grandissima difficoltà, dal punto di vista amministrativo, gli Ordini che devono avvisare i molti operatori e le aziende in tempi brevissimi”, spiega Maurizio Zega, presidente dell’Ordine della provincia di Roma Opi Roma. “Ma credo anche che questa scelta, a medio e lungo termine, potrebbe portare a una disattenzione nel rispetto delle regole. Un po’ come accade per gli abusi edilizi: coloro che non si comportano bene hanno il beneficio del condono e questo crea disaffezione nelle persone che invece le regole le hanno seguite”.

Gli infermieri lombardi sospesi, spiega Stefania Pace, presidente dell’Opi di Brescia e coordinatrice degli Ordini ragionali, “saranno reintegrati tutti oggi. I diversi Ordini, come enti sussidiari dello Stato, hanno eseguito tutti il compito affidatoci”. Un lavoro intenso, “ma in realtà sin dall’inizio della campagna vaccinale abbiamo dovuto impiegare molte energia in questo campo. A Brescia, ma credo che valga un po’ per tutti, abbiamo avuto una impiegata amministrativa totalmente dedicata. E ieri, per far fronte alla situazione, nonostante fosse un giorno di festa, ci siamo attivati tutti per adempiere alle prescrizioni”.

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