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Infermieri Poliambulatori: professionisti autonomi o schiavi dei Medici?

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Egr. direttore,

gli infermieri dei poliambulatori specialistici sono schiavi dei Medici specialisti o figure professionali autonome? Perché ad oggi di autonomia nelle strutture pubbliche o private se ne vede ben poca. Almeno a Foggia.

La questione dell’autonomia degli infermieri nei poliambulatori specialistici è complessa e radicata in diversi fattori organizzativi, culturali e normativi.

Inquadramento normativo e professionale: Gli infermieri sono figure professionali autonome, come stabilito dalla legge italiana (Legge 42/1999 e successivamente Legge 251/2000). La loro autonomia si basa su competenze specifiche, definite dal profilo professionale e dal codice deontologico, che li vede responsabili della pianificazione, gestione e valutazione dell’assistenza infermieristica.

La realtà nei poliambulatori specialistici: Tuttavia, in molti contesti, questa autonomia viene limitata da:

  • Modelli organizzativi tradizionali: le strutture, sia pubbliche che private, spesso funzionano su un modello gerarchico che vede il medico al centro, relegando l’infermiere a un ruolo di supporto esecutivo.
  • Carenza di personale: fli infermieri si trovano sovraccaricati di compiti operativi, con poco spazio per esercitare competenze decisionali.
  • Cultura professionale: in alcuni ambienti permane la percezione che il medico abbia sempre l’ultima parola su tutto, anche su aspetti assistenziali che non gli competono direttamente.
  • Scarsa valorizzazione delle competenze: In molti casi, le competenze infermieristiche avanzate (come la gestione delle cronicità o l’educazione terapeutica) non vengono adeguatamente riconosciute e sfruttate.

Possibili soluzioni:

  • Formazione e sensibilizzazione: sia per gli infermieri che per i medici, per promuovere una maggiore consapevolezza delle rispettive competenze.
  • Ridefinizione dei ruoli: introdurre modelli organizzativi che valorizzino il lavoro in team interdisciplinare, con ruoli ben definiti e riconoscimento delle competenze infermieristiche.
  • Politiche sanitarie: le istituzioni dovrebbero promuovere l’autonomia infermieristica, favorendo anche l’introduzione di figure come l’infermiere di famiglia o di comunità.
  • Rappresentanza professionale: le associazioni di categoria dovrebbero continuare a spingere per una maggiore autonomia e valorizzazione degli infermieri.

La mancanza di autonomia che citi non è tanto un limite intrinseco alla professione, quanto piuttosto un riflesso di dinamiche organizzative e culturali che necessitano di un cambiamento.

Michele, Infermiere Asl Foggia

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