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Infermieri in Italia: pochi, anziani e pagati meno della media Europea. L’allarme del nuovo rapporto.

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In occasione della Giornata Internazionale dell’Infermiere, la Federazione degli Ordini Professionali FNOPI ha pubblicato la prima indagine completa sulla professione in Italia, tracciando un quadro allarmante: un numero di infermieri inferiore alla media europea, un’età media elevata, una distribuzione territoriale disomogenea e stipendi significativamente più bassi rispetto ai colleghi di altri Paesi sviluppati. Il rapporto mette in luce criticità strutturali che necessitano di interventi urgenti per garantire la sostenibilità e la qualità del sistema sanitario nazionale.

Italia fanalino di coda in Europa per numero di infermieri.

L’indagine FNOPI, confrontando i dati italiani con quelli OCSE, evidenzia come l’Italia si attesti su una media di circa 6,5 infermieri ogni 1000 abitanti, un dato nettamente inferiore alla media europea di 8,4. Paesi come Irlanda, Germania e Finlandia mostrano numeri ben più elevati, mentre l’Italia precede solo sette nazioni, tra cui Spagna e Grecia. La Turchia chiude la classifica con un preoccupante 2,9 infermieri ogni 1000 abitanti.

Disuguaglianze territoriali: un Nord più “ricco” di infermieri.

Analizzando la distribuzione sul territorio nazionale, emergono significative differenze regionali. Il Molise, la Basilicata e la Liguria registrano le medie più alte di infermieri per abitante, mentre in coda si trovano Calabria, Sicilia e, sorprendentemente, la Lombardia. Considerando solo il settore pubblico, la media nazionale scende ulteriormente, con Liguria, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia in testa e Campania, Sicilia e ancora Lombardia agli ultimi posti. Questo dato, tuttavia, potrebbe sottostimare la reale disponibilità in regioni con un forte settore privato, come la Lombardia.

Sotto la media europea anche nel rapporto infermieri/medici.

Un altro indicatore chiave analizzato dal rapporto è il rapporto tra infermieri e medici. L’Italia si attesta a 1,5 infermieri per ogni medico, contro una media europea di 2,2. Paesi come Svizzera, Irlanda e Germania mostrano un equilibrio più favorevole alla componente infermieristica. Anche in questo caso, la Lombardia si colloca nella fascia intermedia.

Assenze dal lavoro: un campanello d’allarme sul benessere.

L’indice di assenza dal lavoro, che misura il rapporto tra giornate di assenza e giornate lavorabili, si attesta in Italia su una media del 16,23%. Calabria, Liguria, Puglia e Valle d’Aosta registrano i tassi più elevati, mentre Veneto, Molise, Abruzzo e Trentino-Alto Adige mostrano maggiore “virtuosità”. Questo indicatore può riflettere il livello di soddisfazione lavorativa e le condizioni ambientali e organizzative.

Un corpo professionale che invecchia.

L’analisi anagrafica degli iscritti FNOPI rivela un’età media piuttosto elevata. Le fasce più rappresentate sono quelle tra i 51 e i 65 anni, mentre i giovani (under 30) rappresentano solo una piccola percentuale del totale. Questo solleva una seria preoccupazione riguardo al necessario ricambio generazionale per garantire la continuità dell’assistenza nel lungo periodo.

Stipendi italiani nettamente inferiori alla media OCSE.

Un dato particolarmente critico riguarda il trattamento economico. Lo stipendio medio annuo lordo degli infermieri italiani (32.400 €) supera di poco la media degli impiegati italiani, ma rimane significativamente inferiore rispetto alla media OCSE per la categoria infermieristica (circa 39.800 €). A livello regionale, il Trentino-Alto Adige, l’Emilia-Romagna e la Toscana si posizionano ai vertici per retribuzione, mentre Molise, Campania e Calabria si trovano in fondo alla classifica. La Lombardia si colloca leggermente sopra la media nazionale.

Poche opportunità di carriera per gli infermieri.

Il rapporto evidenzia anche una carenza di figure dirigenziali infermieristiche nel sistema sanitario italiano, con una media di solo 1,66 dirigenti ogni 1000 infermieri. Anche in questo caso, si riscontrano significative differenze regionali, con il Nord che offre maggiori opportunità di carriera rispetto al Sud. La Lombardia si attesta su un valore intermedio. L’analisi delle posizioni apicali nei siti web aziendali conferma una sottorappresentazione degli infermieri nei ruoli di leadership.

Conclusioni: un appello all’azione per il futuro della sanità.

La fotografia scattata dal rapporto FNOPI è chiara: l’Italia si trova di fronte a sfide strutturali significative per quanto riguarda la professione infermieristica. Il numero insufficiente di professionisti, l’età media elevata, la distribuzione disomogenea e le retribuzioni non competitive rispetto al contesto internazionale richiedono interventi urgenti e mirati. Investire nella formazione, nel reclutamento e nel benessere del personale infermieristico rappresenta una priorità strategica per garantire un sistema sanitario accessibile, capillare ed efficiente per tutti i cittadini.

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