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Sepe (FIALS Bologna). No all’unificazione delle aziende ospedaliere e sanitarie dell’hinterland.

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Alfredo Sepe (segretario FIALS Bologna): “no all’unificazione delle aziende ospedaliere e sanitarie dell’hinterland”.

Troppe Ombre sull’unificazione degli Ospedali Bolognesi, un progetto imponente e costoso che a nostro avviso non darà nessun miglioramento concreto ai cittadini in termini di prestazioni clinico/assistenziali. La Sanità Bolognese è in una fase continua di Riorganizzazione, basti pensare alla continua rimodulazione dei posti letto (meno 800 posti nel 2016) per poi chiedere nel periodo COVID posti letto in leasing al Privato Accreditato, ed ancora la scelta di puntare sulle Case della Salute e sugli OSCO, a cui si aggiunge le riorganizzazione per intensità di cura e complessità assistenziale con il Maggiore ‘’trasformato’’ in HUB e gli ospedali di provincia a cui viene demandata la bassa complessità assistenziale. E’ quanto spiega Alfredo Sepe, segretario provinciale della FIALS.

“Continua la riorganizzazione di Unità Operative, con la nascita e la soppressione di reparti e servizi in base a fantomatici benchmarking ed indicazioni politico/sanitarie della Regione Emilia Romagna, riorganizzazioni continue che non hanno escluso il S. Orsola Malpighi (recentemente trasformato in IRCSS) e che adesso dovrebbe unificarsi con il Maggiore, ospedali diversi per natura giuridica, con Mission ed obbiettivi Aziendali sostanzialmente non sovrapponibili. Come non citare l’Azienda USL di Imola, che potrebbe essere risucchiata da questo vortice di riorganizzazione selvagge voluto dal Sindaco Merola e dall’Assessore alla Sanità Raffaele Donini” – aggiunge Sepe.

“Se l’unificazione andrà in porto, le Aziende Bolognesi andrebbero a fagocitare la ‘’piccola USL di Imola) che potrebbe quindi essere declassata a ‘’Distretto Sanitario’’ con la perdita di prestazioni essenziali a favore delle Voraci aziende bolognesi, con un disservizio clamoroso a danno dei cittadini di Imola. Non si possono riorganizzare i servizi ad ogni tornata elettorale, sono altre le priorità a cui bisogna dare delle risposte concrete, dalle liste di attesa ancora da smaltire, alla necessità di investire in assunzioni ed in attrezzature strumentali, alla necessità di ridurre le lunghe attese in pronto soccorso ed alla necessità di ‘unificare’ i servizi informatici e favorire la digitalizzazione sanitaria” – dicono dalla FIALS.

“Mentre si pensa ad investire milioni di euro su questo progetto, ai lavoratori non è stata ancora pagata l’indennità COVID, si procede all’assunzione di personale con il contagocce e gli operatori sono costretti a turni di lavoro al limite contrattuale, non considerando il miraggio delle ferie e la mancata integrazione dei fondi contrattuali da parte della RER. Siamo fortemente preoccupati anche per l’impatto che l’unificazione degli Ospedali avrà sulla cittadinanza, non è chiaro infatti dove verranno processate le attività cliniche di media ed alta complessità, le prestazioni ambulatoriali e gli interventi chirurgici, e come verranno gestire le visite e gli esami strumentali” – aggiunge Sepe.

“Poca chiarezza, investimenti troppo onerosi e nessun miglioramento reale dei servizi sanitari ai cittadini, non considerando che la riorganizzazione potrebbe solo peggiorare le condizioni lavorative dei professionisti della sanità bolognese e imolese, questi i motivi per cui la FIALS Emilia Romagna boccia in TOTO questo assurdo progetto di unificazione” – conclude.

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