In Italia e in Spagna sempre più Infermieri sostituiti dagli Operatori Socio Sanitari. La vergogna di certe RSA e la connivenza della politica: risparmiare è d’obbligo, anche a discapito della salute degli Assistiti.
Le RSA italiane ed estere puntano sempre più sul personale di supporto all’Infermiere e stanno escludendo questi ultimi dagli ambiti decisionali ed assistenziali. Con il Covid e con la Pandemia ancora in corso ora le dirigenze di queste struttura possono giustificarsi dando spazio a figure che costano meno e cercano di preparare alla meglio con corsi di formazione interni.
Nella vicina Spagna, ad esempio, all’Operatore Socio Sanitario viene data la possibilità di ottenere una qualifica in più ovvero quella di “Vigilante sull’assistenza socio-sanitaria per la promozione della autonomia personale degli anziani“. Insomma, una sorta di Infermieri senza laurea, che di fatto possono mettere in essere la gran parte delle manovre e delle procedura tipiche della professione infermieristica.
A nulla sono servite le proteste dei sindacati infermieristici spagnoli, il Governo e i Ministeri competenti vanno avanti spediti verso la riqualifica funzionale dell’OSS.
Questa qualifica, già a partire dal 2023, sarà il preludio alla costituzione del corso di studio per “Tecnico Superiore in Gestione dei Servizi nei Centri Gerontologici“. Insomma, molti OSS, pur non essendo laureati, potrebbero ricoprire tra qualche anno anche ruoli gestionali e addirittura dirigere gli Infermieri, che stanno perdendo sempre più attrattiva e spazi assistenziali.
In Italia, anche se in misura più lieve, sta accadendo la stessa cosa. Infatti già di parla di riconoscimento della figura del Responsabile delle Attività Assistenziali quale Coordinatore degli OSS, ma anche del ruolo dell’Operatore Socio Sanitario con Formazione Specialistica o Complementare. Inoltre, i recenti riconoscimenti di Legge agli OSS può essere il preludio a qualcosa che potrebbe accadere nel prossimo futuro: l’autonomia dagli Infermieri degli Operatori Socio Sanitari e la creazione di percorsi formativi di base e post-base che potrebbero portare ad incarichi di funzione superiore rispetto a quelli attuali.
Insomma, da una parte vi è il Professionista della Salute laureato e magari con Master, Magistrale e Dottorato che sta perdendo colpi, dall’altra Operatori con o senza il diploma di maturità che aspirano giustamente a ruoli dirigenziali.
C’è da chiedersi di chi sono le colpe, se degli Infermieri che come dicevamo hanno perso credibilità e attrattività nel tempo, o degli OSS, che spingono per avere ruoli più importati di carriera e perché no di conduzione diretta dell’assistenza socio-sanitaria.
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