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Michela, OSS: “siamo professionisti sono quando conviene a Medici e Infermieri, poi restiamo sempre personale di supporto”.

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La lettera di Michela, Operatrice Socio Sanitaria, riapre la discussione sul ruolo di questa figura di supporto nell’ambito dell’equipe assistenziale: “siamo professionisti solo quando conviene a Medici e Infermieri”.

Egr.a Redazione,

mi chiamo Michela Russo e sono una Operatrice Socio Sanitaria da alcuni anni. Ho fatto l’Assistente di Base e poi ho tramutato il mio attestato in quello di OSS. Ai corsi mi hanno sempre insegnato che il nostro ruolo era fondamentale nell’equipe assistenziale e che, pur avendo un peso di secondo piano, eravamo indispensabili in molti ambiti lavorativi.

Mi hanno insegnato a vivere l’équipe, a fare da supporto all’Infermiere, ma anche a lavorare in autonomia. Insomma, mi hanno sempre parlato dell’OSS come un professionista (non laureato) che riempiva il vuoto mancante nella parte finale del ciclo dell’assistenza.

Io non mi sono mai sentita una professionista e, come scrivevate qualche giorno fa, anche un Tribunale Amministrativo Regionale ha stabilito che non lo sono e non lo sono nemmeno i miei colleghi.

Ora però mi chiedo come mai quando conviene al Medico o all’Infermiere veniamo trattati da “professionisti”, ovvero quando dobbiamo gestire medicazioni anche avanzate, somministrare la terapia e rilevare le glicemie e le scale del dolore.

Quando conviene a loro siamo professionisti, quando non conviene a loro non lo siamo e non lo siamo nemmeno per lo Stato Italiano che continua a negarci un riconoscimento nell’ambito del cosiddetto Profilo Socio Sanitario (Legge 3/2018).

Il mio non è solo uno sfogo, credo che sia necessario iniziare a riflettere su ciò che sta accadendo nel nostro Paese: veniamo sfruttati, soprattutto ora con la scusa del Covid-19, ma poi derisi, umiliati e messi all’angolo accusati si essere tremendamente ignoranti.

Spero solo che le cose cambino in futuro, ma ci credo poco. A cambiare dovremmo essere noi dal basso. Serve riformare la formazione, avere il diploma di maturità tutti e spingere per i Corsi para-universitari, così come già ampiamente scritto dalla vostra testata.

Grazie e buon lavoro.

Michela Russo, OSS

Leggi anche:

Gli OSS non sono Professionisti Sanitari. Il TAR lo ribadisce per la seconda volta. Ma la sfida ricomincia.

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