Ci scrive Luana, Operatrice Socio Sanitaria: “faccio questo lavoro con passione, anche se alla mia famiglia non piace”.
Salve Direttore,
mi chiamo Luana abito a Forlì e tutto vero quello che è scritto in questa lettera. Io equesto mestiere per amore degli altri, degli ammalati e soprattutto degli anziani (forse perché i miei nonni me li sono potuti godere poco).
Ai miei genitori e al mio fidanzato fa schifo il mio lavoro e non lo farebbero mai, neanche se prendessero cinquemila euro al mese, quindi figuriamoci per lo stipendio che prendo io, costretta a lavorare tutti i giorni e ad essere a continuo contatto con il lattice, a cui sono allergica. Non mi interessa, compro i guanti tutti i giorni in nitrile da mettere nel carrello a mie spese (…).
Quante feci ho dovuto spalare. Varie volte ho dovuto eseguire l’esplorazione rettale e qualche volta somministrare l’insulina in mancanza dell’Infermiera (…).
Un saluto molto caro a tutti gli OSS e gli infermiere sottopagati e sfruttati che in venti anni non si sono mai fatti un Natale e una Pasqua a casa con la famiglia.
Grazie per l’ascolto.
Luana, OSS
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