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La Mammana: storia delle Ostetriche Condotte ormai in via di estinzione.

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Le Mammane, nate nel 1906, erano le Ostetriche Condotte che aiutavano le donne a partorire in casa e fino ai primi anni ’80 del Novecento erano molto diffuse soprattutto nel Sud d’Italia, dove scarseggiavano i centri ospedalieri e i punti nascita.

Le partorienti, specialmente al Sud, ma anche al Centro, al Nord e nelle isole, non venivano portate come oggi in ospedale, ma dovevano per forza di cose partorire in casa. Le Mammane Condotte si sostituivano al Ginecologo e al Medico Condotto e si occupavano anche della burocrazia.

Armida Nola, ultima Ostetrica Condotta di San Salvo.
Armida Nola, ultima Ostetrica Condotta di San Salvo.
Maria Trebbi, ultima Ostetrica Condotta di San Lazzaro di Savena.
Maria Trebbi, ultima Ostetrica Condotta di San Lazzaro di Savena.

Nel Maceratese, ad esempio, l’ultima Mammana andò in pensione nel 1979. Fino a quel momento le donne partorivano nella propria abitazione e soprattutto nelle aree di campagna o di collina dove vivevano e lavoravano nei campi o nel ramo della pastorizia.

Ecco la storia di una Mammana riscoperta da Giorgio Alessandro Pacetti.

L’ultima ostetrica a Piglio è stata Carolina Bosco nata a Torre de’ Passeri (Pescara) nel 1911 proveniente da Camerino (Macerata).

Carolina Bosco, ultima Ostetrica Condotta di Piglio nel Maceratese.
Carolina Bosco, ultima Ostetrica Condotta di Piglio nel Maceratese.

Dopo aver seguito con grande profitto gli studi di Ostetricia nell’Università di Camerino, aveva vinto il concorso di “levatrice” per esercitare la sua professione nel territorio pigliese.

Ben preparata professionalmente, piena di entusiasmo e di slancio umano, doti caratteristiche della sua personalità che avevano sempre animato ogni sua azione, conquistò in brevissimo tempo la fiducia della popolazione, principalmente delle donne che a lei si rivolgevano per consigli sulla gravidanza o nella imminenza del parto.

Pur di fronte a molteplici avversità e rivalità ambientali e professionali è stata sempre pronta, corretta e disponibile nelle ore del giorno e della notte, anche durante l’infuriare della guerra e dei bombardamenti.

La “mammana” Carolina, principalmente a piedi o a cavallo di muli e di asini, raggiungeva le abitazioni delle partorienti, dislocate nel centro storico, in periferia e nelle lontane contrade del vasto territorio comunale, ed in quei cascinali approntava sane e pulite sale operatorie, coadiuvata e guidata a volte dal dott. Luigi Fargnoli di Pignataro Interamna.

Nei suoi 40 anni di onorato servizio dal 1939 al 1979 ha aiutato a nascere migliaia e migliaia di bambini come ricordò ai presenti il parroco don Bruno Durante nell’omelia della Messa funebre.

Carolina Bosco nell’anno 1988 era stata premiata dall’ostetrica Tilde Fiore, presidente dell’Ordine Provinciale delle ostetriche di Frosinone, insieme ad altre sei colleghe per aver dato “una vita per la vita nascente” nel corso di una cerimonia altamente commovente.

La “mammana” Carolina, vedova Ambrosetti, scomparsa nel 1989, all’età di 78 anni con la commozione e il ricordo di tutti i concittadini, avrebbe compiuto i suoi 110 anni proprio quest’anno.

Un po’ di storia.

Nel 1906 (R.D. 466) viene istituita la “Condotta Ostetrica” per garantire l’assistenza ostetrica a tutte le donne, comprese le non abbienti, e tale istituto accompagnerà l’Italia fino alla riforma del 1978. Si legge sul sito dell’Ordine delle Ostetriche di Cosenza (LINK).

Il fascismo valorizzò la figura dell’Ostetrica affidandole alcuni compiti nei consultori ostetrici e pediatrici dell’ O.N.M.I. (Opera Nazionale Maternità ed Infanzia) Nel 1937 il titolo di levatrice viene sostituito con quello di Ostetrica (R.D.L. 1520) e contemporaneamente viene fissato un nuovo regolamento per l’esercizio professionale.

Il 13 settembre 1946 vengono istituiti gli Ordini delle Professioni Sanitarie (Medici, Veterinari, Farmacisti ed Ostetriche), nonché gli Albi Professionali relativi, il cui funzionamento verrà regolamentato dal D.P.R. 221 del 5 aprile 1950. 

Nel 1957 la durata della scuola di ostetricia viene ridotta a due anni, ma occorre il possesso del diploma di Infermiere Professionale più otto (poi dieci – nel 1971) anni di formazione di base. La durata del corso di Infermiere Professionale viene portato, nel 1975, a tre anni.

Il 23 dicembre 1978 viene promulgata la Legge n. 833, “Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale”.

Nella seconda metà del XX secolo incomincia a progredire l’ospedalizzazione e l’Ostetrica assume sempre di più un ruolo ausiliario del medico con responsabilità limitata, cresce comunque professionalmente ma dipendente al modello medico…

Negli anni, con la formazione che progredisce, si passa dalla semiprofessionalità alla professionalità ed oggi, dopo la legge 42/99 che definisce l’ambito di competenze autonome, l’Ostetrica si configura come professionista, con responsabilità totale.

Infatti il decreto legge n. 740 del 14 settembre 1994 stabilisce che ” l’ostetrica/o è l’operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante e dell’iscrizione all’albo professionale, assiste e consiglia la donna nel periodo della gravidanza, durante il parto e nel puerperio, conduce e porta a termine parti eutocici con propria responsabilità e presta assistenza al neonato….()…partecipa alla preparazione psico-profilattica al parto…()…ai programmi di assistenza materna e neonatale”.

Dal 2000 (legge n°251) è stato istituito il Corso di Laurea , l’Ostetrica appartiene al gruppo delle professioni intellettuali con una propria autonomia operativa. Le conoscenze sono organizzate in un “corpo sistematico di teoria”, cioè in una disciplina a cui si riconosce uno statuto scientifico.

Oggi le mammane non ci sono più, ma il loro ricordo resta indelebile nella memoria dei più.

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