Incontro a Palazzo Chigi tra Governo e Sindacati per decidere sul pensionamento con Quota 41. Infermieri, OSS e Professioni Sanitarie in quiescenza senza limiti di età?
Potrebbero beneficiarne Infermieri, Infermieri Pediatrici, Ostetriche/i, Operatori Socio Sanitari, Fisioterapisti, Amministrativi, Professioni Sanitarie e Tecnici del Sistema Sanitario Nazionale e del privato. Nei giorni scorsi, a Palazzo Chigi, incontro interlocutore tra il Governo Meloni e i principali sindacati italiani di categoria. In discussione le prossime riforme: riforma delle pensioni (che parte dal 2024), nuovo CCNL e aumenti stipendiali.
Al momento, va detto, esiste la cosiddetta Quota 41, ma con limiti di età.
Ma come funziona la riforma in essere?
Ad oggi, purtroppo, il sistema pensionistico anticipato italiano, meglio conosciuto come Quota 41, non è riservato a tutti coloro che lo richiedono, ma ad una piccola quantità (categorie specifiche) di lavoratori in attività.
Occorre essere stati lavoratori precoci.
Per poter beneficiare della Quota 41, ovvero andare in pensione con 41 anni di contributi, al di là dall’età anagrafica, è obbligatorio essere riconosciuti come lavoratori precoci, quindi aver lavorato per almeno 12 mesi e aver versato i relativi contributi contributi, anche se non consecutivamente. Non possono accedervi i lavoratori la cui pensione viene calcolata per intero con il cosiddetto Sistema Contributivo.
Quali categorie possono richiedere il pensionamento con Quota 41?
I parametri utili per la richiesta di pensionamento con Quota 41 sono decisamente restrittivi. Serve appartenere alle seguenti categorie:
- Disoccupati, ossia coloro che hanno perso il lavoro a causa di licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale, e che abbiano concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione spettante loro da almeno tre mesi;
- Caregiver, ovvero coloro che assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità.
Invalidi civili: con un grado di invalidità pari almeno al 74%; - Dipendenti che durante la loro vita lavorativa hanno prestato la loro opera, da almeno sei anni, nell’arco degli ultimi sette, ad attività usuranti e gravose.
- Dipendenti addetti alle attività usuranti o lavoratori notturni con almeno 64 notti lavorate l’anno.
Quota 41 “aperta” a partire dal 2024?
L’incontro a Palazzo Chigi ha fatto emergere la necessità di dare spazio a più categorie di lavoratori, ma i tempi per tale ipotesi sono molto lontani e addirittura potrebbero slittare a dopo il 2024.
Sono proprio le restrizioni attuali a rendere difficile una estensione universale della Quota 41, anche perché i costi aggiuntivi stimati rendono l’idea poco sostenibile e contraria alle indicazioni dell’Unione Europea.
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