Infermieri e Professionisti Sanitari a rischio contagio e stress nelle strutture ospedaliere di Bologna e Imola. Lo denuncia la FIALS che scrive alle direzioni delle aziende.
Con una missiva inviata alla Direzione Generale AUSL di Bologna, alla Direzione Generale AOSP di Bologna, alla Direzione Generale dello IOR e alla Direzione Generale dell’AUSL di Imola, la FIALS provinciale scende nuovamente in campo per difendere Infermieri e Professioni Sanitarie dal rischio contagio da Coronavirus e da quello legato allo stress e ai disagi psico-fisici.
Ecco la lettera della FIALS di Bologna e Imola.
Con la presente, la scrivente O.S. a seguito dell’emergenza sanitaria in atto e considerato l’aumento esponenziale dei casi di COVID 19 a livello nazionale, chiede a codeste direzioni a carattere d’urgenza l’immediata necessità in tutte le strutture sanitarie del territorio, di verifica ed implementazione di tutti i controlli di tipo amministrativo- organizzativi, tecnici e ambientali in ambito di “infection control COVID-19”.
Gli operatori sanitari svolgono un ruolo fondamentale nella risposta alle epidemie essendo la spina dorsale delle difese di questo paese per limitare o contenere la diffusione della malattia, pertanto si trovano ad affrontare maggiori rischi di potenziale infezione da COVID-19 ai fini di proteggere una comunità più grande.
Essi sono esposti a pericoli come l’esposizione ai patogeni, lungo orario di lavoro, stress psicologico, affaticamento, esaurimento occupazionale, stigmatizzazione, disagio fisico e psicologico, potenziale violenza.
La stessa OMS riconosce il loro lavoro essenziale, nonché la responsabilità e l’importanza della protezione della loro forza lavoro nelle strutture sanitarie.
Ricordiamo a codeste direzioni che l’art.18 D.lgs. 81/08 impone al datore di lavoro l’obbligo di:
– Effettuazione della sorveglianza sanitaria;
– Fornitura ai lavoratori di necessari e idonei D.P.I.;
– Prendere le misure appropriate affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni e specifico addestramento accedano alle zone che li espongono ad un rischio grave e specifico;
– Adottare le misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza;
– Adempiere agli obblighi di informazione, formazione e addestramento di cui agli articoli 36 e 37 D.lgs. 81/08.
Preme sottolineare inoltre che i DPI devono essere considerati come una misura efficace per la protezione degli operatori sanitari solo se inseriti all’interno di un più ampio insieme d’interventi che comprenda controlli amministrativi e procedurali, ambientali, organizzativi e tecnici nel contesto assistenziale sanitario.
Pertanto, al fine di tutelare la salute di tutti gli operatori sanitari nonché degli utenti la scrivente chiede:
– Limitazioni di accesso alle U.O. per Parenti/Visitatori;
– Limitazioni di accesso a Fornitori/Terzi presso Area Ospedaliera;
– Verifica e controllo della dotazione dei D.P.I. in uso;
– Ampliamento della Sorveglianza Sanitaria a tutti gli operatori sanitari attraverso screening celeri e periodici – Controlli mirato per i cosiddetti “lavoratori fragili” considerati a rischio;
– Ricognizione immediata del fabbisogno di personale per U.O. COVID 19 e U.O. trasversali;
– Azioni di sostegno al corretto e appropriato utilizzo dei DPI, anche attraverso attività proattive quali sessioni di formazione e visite/audit per la sicurezza, per tutto il personale, con particolare attenzione verso i neoassunti e per coloro che prestano servizio presso le U.O. COVID 19;
– Azioni di informazione e sensibilizzazione per Utenti/Visitatori/Fornitori circa le indicazioni da seguire ed i comportamenti da assumere a prevenzione e protezione dal rischio infettivo cui sono potenzialmente esposti tutti coloro che accedono all’Area Ospedaliera;
– Verifica e controllo di tutti i percorsi, strumenti, misure, procedure, protocolli inerenti IPC e COVID 19.
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