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Il vento d’Europa che spazza via il Sahel.

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L’inquinamento europeo causa principale dell’emigrazione dal Sahel, Regione Africana.

Il Sahel è quella regione che taglia il continente africano in due parti, Africa berbera e Africa nera, dal Senegal all’eritrea. A partire dalla decolonizzazione degli anni 60 ha vissuto un periodo di instabilità politica ed economica amplificata dalla crisi ambientale, non a caso il riscaldamento globale influisce negativamente su le popolazioni del luogo. Secondo l’UNHCR e Medici Senza Frontiere la crisi climatica ha causato, solo nel 2020, quasi 80 milioni di migranti diretti verso l’Europa.

Le cause sono molteplici come spiega MSF tra queste vi è una grande negligenza nella gestione della crisi alimentare da parte dei governi che dinanzi alla desertificazione preferiscono vendere i terreni coltivabili alle multinazionali occidentali. Queste non producono sostentamento ma preferiscono monocolture per l’esportazione, tale pratica danneggia i piccoli agricoltori locali che sono costretti a lavorare terreni aridi dati dal prosciugamento dei bacini idrici come il lago Chad che nella sua regione ha provocato la perdita di lavoro e di prodotti agricoli.

La crisi ambientale porta a conseguenze disastrose all’interno della già fragile situazione politica della regione.

MSF spiega che nel 2012 sono stati quasi 72mila i bambini malnutriti nella regione del Sahel, dovuti alla tragica situazione umanitaria e climatica della zona.

Secondo i rapporti dell’UNICEF, alla già presente migrazione dovuta alla guerra e all’instabilità politica, si è aggiunta la migrazione di carattere climatico, che si differenzia dalla prima anche per la sua durata minore.

Sempre a parere dell’UNHCR nel nostro secolo si stima la triplicazione dei flussi migratori provenienti dalla regione verso l’Europa, creando un futuro quasi pauroso per il Vecchio Continente.

Come se non bastasse alla situazione critica della regione, si aggiungono cambiamenti nelle tradizionali stagioni di secca e di pioggia, sempre dovute ai cambiamenti climatici, che portano ad improvvise piogge o lunghi periodi di siccità nella zona.

Preoccupante è l’epidemia di malaria che nel 2011 ha colpito il Chad e il Niger, dovuta ad un improvviso aumento delle piogge che ha portato a quasi 200.000 malati. Chi se ne approfitta della situazione non può essere che la criminalità organizzata, che gestisce un disumano traffico di persone.

A conti fatti e secondo quanto risulta dai dati ONU l’Europa insieme alle potenze del G20 (i venti Paesi più industrializzati del Mondo) è tra i principali inquinatori del pianeta, contaminazione che per via del movimento dei venti viene spesso spostata verso la regione africana, aumentandone tragicamente la sciagurata situazione.

Molteplici associazioni umanitarie come le Ong che stanno operando in Sahel contro la malnutrizione,già contribuiscono ad aiutare immediatamente gli abitanti del Sahel.

Mentre dall’Europa si aspettano piccoli passi nel diminuire l’impatto ambientale e ridurre le crisi climatiche nel Sahel.

Angelicchio Iris
Di Milo Sebastian
Mastropieri Francesca

I.C. “Libetta” Peschici (FG)

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