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DL Covid. Per la UIL FPL è stato saggio obbligare gli operatori della sanità a vaccinarsi contro il Coronavirus.

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Dl Covid. Librandi e Bonfili (UIL-FPL): “bene l’obbligatorietà dei vaccini e al contempo la tutela dei lavoratori che non possono vaccinarsi”.

“La stragrande maggioranza degli operatori sanitari si è volontariamente vaccinata in questi mesi. Con il Decreto Covid, la vaccinazione non è più un atto volontario, ma diventa un dovere”. Così Michelangelo Librandi, Segretario Generale della UIL-FPL e Roberto Bonfili, Coordinatore Area Medica e Veterinaria della UIL-FPL.

“Chi ha scelto, per professione, di tutelare la salute dei cittadini ha l’obbligo morale ed etico di vaccinarsi per impedire il propagarsi del virus, ma al contempo, è giusto tutelare coloro che non possono sottoporsi alla vaccinazione per motivi di salute, certificati dal medico, coniugando la salute dei professionisti e dei cittadini. Nel DL Covid, infatti, e’ previsto che la vaccinazione può essere evitata o rimandata solo in caso di accertato pericolo per la salute, con determinate condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di famiglia.Nel caso di rifiuto alla vaccinazione, il professionista sarà sospeso dallo svolgimento di prestazioni che implicano contatti interpersonali o comunque che possono contribuire a diffondere il virus e sarà assegnato ad altre mansioni, anche inferiori, con il trattamento economico corrispondente alle mansioni esercitate.Qualora ciò non sia possibile, viene sospesa anche la retribuzione fino all’assolvimento dell’obbligo vaccinale, o, in mancanza, fino al completamento del piano vaccinale nazionale e comunque non oltre il 31 dicembre 2021.”

Per la UIL-FPL, “è importante anche l’introduzione dello scudo penale per i professionisti che eseguono i vaccini, cosi come lo scudo penale per tutti i professionisti della sanità che dall’inizio della pandemia stanno lavorando senza sosta, con ore di straordinario sulle spalle e spesso con strumenti e dispositivi di sicurezza personali non sufficienti ad arginare la pandemia e tutelare la propria salute e quella dei cittadini”.

“Auspichiamo-concludono Librandi e Bonfili-che si aprano tavoli di confronto al livello decentrato, in tutte le aziende sanitarie per la corretta applicazione del contratto, tutelando i diritti dei lavoratori e la salute di tutti, operatori e cittadini.”

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