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Contratti IRCCS e IZS. Cgil annuncia rinvio a novembre di ogni decisione.

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Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro Comparto Sanità – Sezione IRCCS e IZS è in alto mare. Cgil annuncia rinvio a novembre di ogni decisione.

Lo scoro 6 ottobre si è tenuta presso la sede ARAN la prevista riunione per il prosieguo della trattativa per il rinnovo del CCNL comparto sanità 2019-2021 relativo alla sezione del personale della ricerca e delle attività di supporto. E’ quanto comunica Sandro Alloisio, Coordinatore Nazionale IRCCS e IZS Fp Cgil.

L’incontro si è aperto con la comunicazione da parte di ARAN sui risultati dell’avvenuta interlocuzione con il Ministero della Salute e con il Comitato di settore sulle disponibilità economiche per il finanziamento degli Istituti contrattuali utili alla costruzione di un percorso che porti ad una maggiore valorizzazione del personale, cosi come da noi richiesto nella precedente riunione. Tale verifica ha determinato che la consistenza e la stabilità delle risorse messe a disposizione dal comma 424 dell’art 1 della legge 205/17, e le risorse dello 0,55 e 0,22 % del monte salari 2018, messe a disposizione dalle Regioni come per il restante personale del comparto, consentono lo sviluppo di una proposta che vada in tal senso.

Tenuto conto delle comunicazioni fatte in apertura dall’Aran, nonché dei principi contenuti nella legge n. 129 del 3 agosto 2022 (legge delega riordino IRCCS) e nel successivo decreto attuativo in cui si fa espressamente riferimento alla necessità di favorire e promuovere la mobilità del personale della ricerca sanitaria tra IRCCS di diritto pubblico, enti pubblici di ricerca e università, oltre all’inserimento di uno specifico passaggio che impegna gli Istituti a prevedere quote riservate, da destinare al personale della ricerca, si è convenuto sulla necessità di operare una nuova formulazione del testo.

Si è quindi aperto il dibattito che ha visto avanzare una serie di proposte che, tenendo conto delle considerazioni espresse, hanno riguardato:

  • La necessità di avere certezza sulle risorse a disposizione attraverso la fornitura dei dati acquisiti, e ancora da acquisire;
  • la necessita di una concreta valorizzazione del ruolo del ricercatore con l’allineamento della retribuzione complessiva a quella stabilita per l’analogo profilo del CCNL del comparto Istruzione e Ricerca per garantire una effettiva possibilità di mobilità del personale fra i diversi Enti ed Istituti;
  • La definizione di una struttura contrattuale che mantenga le indicazioni contenute nella legge per quanto riguarda i due profili previsti di ricercatore e collaboratore di ricerca;
  • La previsione di una specifica disciplina degli incarichi per i ricercatori e collaboratori di ricerca che tenga conto della specificità e della durata del loro contratto, con la garanzia della possibilità di conservazione in caso di rinnovo;
  • Allo stesso modo, la previsione di una specifica disciplina delle progressioni economiche per i ricercatori e collaboratori di ricerca che tenga conto della durata del loro contratto;
  • La revisione dei criteri di valutazione dell’esperienza professionale ai fini dell’attribuzione degli incarichi di funzione e delle progressioni economiche, includendo anche le esperienze precedenti avute con borse di studio e/o con rapporti di lavoro flessibile e quelle acquisite anche presso Enti di Ricerca e Università;
  • l’applicazione di alcuni Istituti/diritti contrattuali – già previsti per il personale con contratto a tempo indeterminato quali, a titolo esemplificativo, il regime delle aspettative di cui all’art. 12 del CCNL integrativo del 20/09/2001 e la ricostituzione del rapporto di lavoro, in ragione della particolare natura e durata dei contratti a tempo determinato disciplinati dalla L. 205/2017;

“Abbiamo inoltre precisato che, fermo restando per noi la necessità che vengano definiti i fondi contrattuali a garanzia della piena applicazione di tutti gli Istituti contrattuali, ci siamo dichiarati disponibili ad approfondire eventuali soluzioni che comportino comunque una perimetrazione (vedi bozza decreto) delle risorse da destinare al finanziamento degli incarichi, della premialità, degli straordinari (per il personale di supporto) e dei differenziali economici di professionalità al fine di assicurare finalmente al personale della ricerca di beneficiare in modo certo di questi Istituti. Abbiamo ribadito la necessità che l’Istituto della premialità oltre che a servire per valorizzare l’attività di ricerca debba anche essere riconosciuta in funzione del raggiungimento degli obiettivi strategici degli Istituti. Infine abbiamo chiesto venga meglio definito il passaggio previsto sulla riserva dei posti nelle scuole di specialità, eliminando il riferimento alla norma (riferita al solo personale medico) e ampliando le possibilità di utilizzo dei permessi per poter frequentare scuole di specialità e dottorato di ricerca” – si legge nella nota della Cgil.

Conclusi gli interventi di tutte le OO.SS al tavolo che sostanzialmente hanno ribadito analoghe posizioni, si è convenuto, vista la complessità degli argomenti e la necessità di completare le verifiche come da noi richiesto per avere assoluta certezza delle risorse a disposizione, di fissare la data del prossimo incontro per il giorno 9 novembre, così da consentire ad Aran il completamento di tutte le verifiche ancora in atto con il Ministero della Salute e l’elaborazione di un nuovo testo.

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