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Claudio, ADS: “il Covid-19 ha implementato i disagi degli Ospiti delle RSA, ecco cosa andrebbe cambiato”.

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Ci scrive Claudio, Amministratore di Sostegno: “basta con le RSA, costruire una rete domiciliare fatta bene per accudire i Pazienti anziani e disabili a casa”.

Con rispetto all’articolo del Dr. Del Vecchio del 7 Agosto “Violenza su anziani in RSA. L’assenza di Infermieri potrebbe influire sui controlli e sulla qualità dell’assistenza”, lo scrivente Villa Claudio, Amministratore di Sostegno (AdS) in “amicizia” a Genova, premettendo che lo scarso controllo dei visitatori esterni date le restrizioni ancora in vigore per il contenimento della diffusione del Covid-19 abbia ancor più amplificato i disagi per gli Ospiti, Vi invita a riflettere sull’urgenza di adeguare alcuni protocolli. atti a potenziare il monitoraggio esterno.

Ad esempio:

  • Dare disposizione ai medici dei Pronto Soccorso, con procedura decretata e regolamentata dal Ministero della Salute, che ogni qual volta gli si presenti un paziente proveniente da una struttura per disabili e/o anziani in stato di disidratazione, malnutrizione, traumi da sospetta caduta, piaghe da decubito avanzate, debbano segnalarlo immediatamente  e congiuntamente ad una figura apposita sia dei Nas e delle Aziende Sanitarie delle varie regioni. Da qui partirebbe una verifica sulla qualità del servizio anche su altri ospiti e l’eventuale revoca delle Certificazioni. Una ventina di anni fa qui a Genova fu disposto da un famoso geriatra cooptato poi da Asl3 Genovese qualcosa di simile, ma in seguito fu revocato favorendo indiscutibilmente le strutture.
  • Istituire uno sportello extra ambito sanitario per il cittadino o AdS privati che li guidi ad inoltrare presso la Procura della Repubblica tramite i Commissariati,  segnalazioni di gravi disfunzioni sul piano sanitario o di procedura. Ad es. lo scrivente a fatica è riuscito a farsi consegnare copia conforme della cartella clinica da una RSA ed ha constatato l’omissione di alcuni episodi che avrebbero dovuto essere trascritti. Inviate le opportune segnalazione alla Direzione della struttura, non ha mai ricevuto alcun riscontro. Non solo, si è ritrovato che un funzionario dell’Asl3 genovese coinvolto anche per altre rivalse, nelle sue risposte ha soprasseduto su questo ed altri illeciti, invitandomi a trasferire il mio assistito. Così, con vero rammarico, ho dovuto avvalermi della collaborazione di uno Studio Legale.
  • Riformare l’attività degli AdS Professionisti che spesso, con il vaglio dei Giudici Tutelari, si ritrovano ad amministrare, ed io ne sono a conoscenza, venti, trenta, quaranta addirittura in un caso sembrerebbe ottanta assistiti. Questi si limitano, al di là di alcuni scandali emersi, al controllo del solo bilancio economico senza ottemperare anche alla vigilanza del benessere dei propri assistiti. Se anche solo la metà dei loro amministrati fosse in una RSA, dove troverebbero il tempo da distogliere dal reso delle loro attività professionali, per recarsi in visita almeno una volta o due la settimana dall’assistito?

Concludendo, l’esistenza di RSA e similari a mio parere convengono molto alle aziende sanitarie regionali, perché se, come accade in paesi del Nord Europa, la maggior parte delle famiglie accudissero il proprio caro non autosufficiente in casa percependo un contributo paragonabile ad uno stipendio dallo Stato, in conseguenza si dovrebbe organizzare una, ad oggi latente, rete sanitaria territoriale di supporto per eventuali visite e medicazioni o terapie tramite flebo ecc., distogliendo risorse dai bilanci regionali maggiori rispetto alle convenzioni esistenti. Reti  sanitarie territoriali nello stato che abbiamo constatato nella prima fase della recente pandemia, ma qui si dovrebbe aprire un altro capitolo.

Villa Claudio, Amministratore di Sostegno (ADS)

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