Ci scrive Caterina (Infermiera), molto delusa: “Medico prepotente, mi licenzio e torno a lavorare nei campi”.

Egr. Direttore,

la seguo da quando dirigeva un altro quotidiano e credo che AssoCareNews.it sia un punto di riferimento importante per noi professionisti della salute.

Le scrivo per raccontarle tutta la mia delusione e la voglia di lasciare questa professione. Non mi ci ritrovo più, non mi sento realizzata, non mi sento apprezzata. Siamo macchine nelle mani dei Medici e di quei pochi Dirigenti Infermieri che hanno scordato di provenire dalla base.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso e che mi ha spinto a decidere di rimettermi in gioco e cercare un lavoro differente è stato l’ultimo litigio con un Medico prepotente. Mi ha intimato di eseguire un ECG ad una Paziente ricoverata nella Medicina dove lavoro e fin qui niente di strano, accade spesso che ci siano imposizioni di questo tipo, ma la cosa che mi ha fatta imbestialire è accaduta subito dopo avergli consegnato l’Elettrocardiogramma stampato. Si è messo ad urlare contro di me e a chiamarmi “Dottorina del c…”. Avevo invertito per sbaglio una derivazione e l’esame era non valido. Può capitare di sbagliare, per la fretta ho invertito C1 con C2.

Mi sono sentita umiliata dentro, vilipesa nel profondo. Sono corsa in bagno ed ho vomitato per la rabbia.

Siamo professionisti, non ci si può ridurre così. I Medici non ci rispettano e non ci considerano loro colleghi. Torno a lavorare nei campi, si guadagna di più e nessuno ti giudica.

Vorrei rimanere anonima o parzialmente anonima se possibile.

Caterina C., Infermiera