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Assistenza Infermieristica a Paziente con Insufficienza Renale Acuta o Cronica.

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Oggi parliamo di Assistenza infermieristica a Paziente con Insufficienza Renale (Acuta o Cronica). Spesso è correlata al diabete.

Oggi parliamo di Responsabilità dell’infermiere nell’Assistenza e nella Gestione di un paziente con Insufficienza Renale, che può essere di natura acuta (IRA) o cronica (IRC).

Tra le patologie più diffuse e seguite nel mondo vi è certamente l’Insufficienza Renale. Si tratta di una condizione di salute molto grave ed invalidante. Essa può
portare alla dialisi cronica, al trapianto d’organo o nei casi peggiori persino al decesso del paziente.

Come per le altre tipologie di pazienti, l’assistenza infermieristica a soggetti portatori di tale patologia si rivela spesso importante, soprattutto per:

  • la prevenzione delle complicanze;
  • l’individuazione precoce delle acuzie.

Nel Paziente con Insufficienza Renale i reni non sono più in grado di svolgere la loro funzione di regolazione dell’equilibrio idrico e salino, di eliminazione di scorie e acidi dall’organismo e di produzione di ormoni (tra questi l’eritropoietina).

La patologia può svilupparsi in maniera rapidissima, da poche ore a qualche giorno. In tal caso parliamo di Insufficienza Renale Acuta (IRA). Può condurre rapidamente al decesso del Paziente se diventa irreversibile.

Se la patologia si sviluppa in maniera lenta e progressiva lungo il corso di svariati anni si parla di Insufficienza Renale Cronica (IRC). I suoi sintomi sono chiari ma si manifestano solo nello stadio avanzato della malattia: spesso chi ne soffre ha bisogno di dialisi o trapianto di rene.

Ma così nello specifico l’Insufficienza Renale?

L’insufficienza renale, chiamata anche malattia renale allo stadio terminale (ESRD) o malattia renale allo stadio terminale (ESKD), è il quinto e ultimo stadio della malattia renale cronica (CKD). L’insufficienza renale non può essere invertita ed è pericolosa per la vita se non trattata. Tuttavia, la dialisi o un trapianto di rene possono aiutarti a vivere per molti più anni.

L’insufficienza renale è quando i tuoi reni hanno smesso di funzionare abbastanza bene da permetterti di sopravvivere senza dialisi o trapianto di rene. I tuoi reni hanno perso la capacità di filtrare i rifiuti dal tuo sangue. L’insufficienza renale è anche chiamata malattia renale allo stadio terminale (ESKD) o malattia renale allo stadio terminale (ESRD).

Quali sono i sintomi dell’insufficienza renale?

I sintomi di insufficienza renale possono includere:

  • Pelle pruriginosa o eruzioni cutanee;
  • Crampi muscolari;
  • Sensazione di mal di stomaco o vomito;
  • Non avere fame del normale;
  • Gonfiore ai piedi e alle caviglie;
  • Urinare (pisciare) più o meno del normale;
  • Urina schiumosa, schiumosa o dall’aspetto frizzante;
  • Difficoltà a riprendere fiato;
  • Difficoltà ad addormentarsi o rimanere addormentati.

L’Insufficienza Renale Acuta.

L’Insufficienza Renale Acuta (IRA) è una sindrome per la quale si verifica una improvvisa perdita della funzionalità renale, con il conseguente accumulo nel sangue di scorie azotate, liquidi, elettroliti ed altre sostanze che andrebbero eliminate con l’urina.

La manifestazione tipica dell’IRA è una significativa oliguria (ovvero emissione di urina inferiore a 500 ml nelle 24 ore) da parte dell’Assistito, che si può trasformare anche in anuria (ovvero emissione di urina inferiore a 100 ml nelle 24 ore; da non confondere con il globo vescicale o con altre problematiche di natura urologica).

Conosciamo diverse forme di IRA:

  • Pre-Renale: causata dalla riduzione della perfusione renale che determina l’ischemia dei nefroni (ad esempio nei casi di ipotensione secondaria a grave emorragia; gravi infezioni con shock settico; sofferenza cardiaca, come IMA o shock cardiogeno; forte disidratazione).
  • Intra-Renale: causata da danni organici a carico dei glomeruli e/o dei tubuli (ad esempio, nei casi di glomerulonefriti, infiammazioni dei nefroni; necrosi tubulare acuta – NTA, che è il risultato di un accidente ischemico o tossico alle cellule tubulari renali dovuti ad un danno pre-renale non trattato o ad una severa ipossiemia; assunzione di farmaci nefrotossici, come chemioterapici, antibiotici, antiinfiammatori ed altri.
  • Post-Renale: causata dall’ostruzione del flusso urinario con ritorno dell’urina verso i
    reni (ad esempio, nei casi di ipertrofia prostatica; stenosi del collo della vescica; occlusione uretrale bilaterale.

Quali sono i sintomi dell’IRA?

Tra i sintomi dell’IRA troviamo:

  • riduzione del volume delle urine;
  • edemi declivi (segno di ritenzione idrica);
  • fiato corto e dispnea (segno di accumulo di liquidi nei polmoni);
  • confusione mentale, torpore/sonnolenza (segno di accumulo di scorie tossiche nel sangue);
  • convulsioni o stato di coma (nei casi più gravi).

L’Insufficienza Renale Cronica (IRC).

L’Insufficienza Renale Cronica (IRC) è una lenta, progressiva e purtroppo irreversibile perdita della funzione dei nefroni in un periodo che può variare da pochi mesi a diversi anni.

Cause dell’IRC:

Può essere abbinata a danno renale:

  • glomerulonefrite;
  • rene policistico;
  • nefropatie congenite;
  • tumori;
  • tossicità da farmaci;

o a danno extra-renale:

  • diabete mellito (intolleranza al glucosio, acidosi metabolica);
  • ipertensione arteriosa;
  • aterosclerosi (depositi di colesterolo nei vasi sanguigni renali).

Esistono tre stadi per l’IRC.

Alcuni studiosi ed esperti dell’IRC parlano di patologia suddivisa in tre stadi:

  • 1° stadio: si registra la distruzione di almeno il 40% dei nefroni e si rilevano, come segno di compromissione renale, un difetto nella capacità di concentrazione urinaria e una ridotta velocità di filtrazione glomerulare;
  • 2° stadio: si evidenzia il quadro conclamato di insufficienza renale: circa il 75% dei
    nefroni non è funzionante, si innalzano in maniera molto importante i valori di azotemia e creatininemia e compaiono nicturia e poliuria.
  • 3° stadio: definita insufficienza renale terminale, vede la compromissione di oltre il 90% dei nefroni, valori altissimi di azotemia e creatininemia e il passaggio da poliuria a
    oliguria, con segni e sintomi di grave ritenzione idrosalina.

L’Insufficienza Renale Cronica è una patologia che, colpendo tutti gli organi e apparati, ha segni e sintomi così vari che possono essere confusi con quelli di altre patologie. Fra questi troviamo:

  • oliguria;
  • anemia;
  • pallore e tendenza al sanguinamento;
  • tachicardia;
  • ipertensione;
  • aritmie cardiache;
  • dispnea;
  • edema polmonare;
  • iperventilazione;
  • respiro di Kussmaul (inspirazione profonda e rumorosa, breve apnea inspiratoria, espirazione breve e sibilante, lunga pausa post-espiratoria);
  • alitosi (l’urea presente nel sangue viene trasformata in ammoniaca nel cavo orale);
  • prurito intenso;
  • cute secca e di colorito giallo-brunastro (eliminazione di urea attraverso la cute);
  • letargia;
  • cefalea;
  • disorientamento;
  • disturbi del sonno;
  • crampi muscolari;
  • parestesie;
  • formicolii estremità periferiche.

La diagnosi di IRC?

Diagnosticare l’Insufficienza Renale Cronica è complessa, ma nello stesso tempo necessaria. Essa si effettua attraverso:

  • esame urine (aumento pH, proteinuria, ematuria, glicosuria);
  • esami ematici che mostreranno ipercreatininemia (creatininemia maggiore di 5 mg/dL) e iperazotemia (azotemia maggiore di 100 mg/dL);
  • ecografia renale e addominale;
  • scintigrafia;
  • urografia;
  • visita urologica completa.

La prognosi o la reversibilità dell’IRC dipendono strettamente dallo stato di salute e di co-morbilità dell’Assistito.

Qual è il ruolo dell’infermiere nell’assistenza al paziente con Insufficienza Renale Acuta?

Come risaputo l’Infermiere è responsabile dell’assistenza generale infermieristica e di fronte ad un paziente con IRA o IRC che, dopo la stabilizzazione della sua condizione clinica ad opera dell’unità operativa d’emergenza, viene trasferito nell’Unità Operativa di Medicina Interna, ha la responsabilità di prendere in carico l’utente.

L’Infermiere acquisisce i dati anagrafici necessari per il ricovero del Paziente ed effettua l’Accertamento per delineare le condizioni dello stesso al momento dell’ingresso in reparto.

Il Professionista Infermiere rileva anche i parametri vitali, ovvero:

  • pressione arteriosa;
  • saturazione;
  • frequenza cardiaca;
  • frequenza respiratoria e qualità del respiro;
  • temperatura corporea.

In più monitorerà:

  • bilancio idrico del paziente (controllando, anche ogni ora, entrate e uscite, comprese
    sudorazione e perspiratio);
  • peso corporeo del paziente, effettuando la misurazione sempre con la stessa bilancia e
    sempre con la stessa quantità di vestiti;
  • presenza eventuale di edemi declivi, misurandone la circonferenza;
  • stato della cute, con particolare attenzione alla cosiddetta “secchezza”;
  • rumori polmonari (per rilevare eventuale edema polmonare, da segnalare poi al Medico).

E non è tutto, l’Infermiere eseguirà i dovuti prelievi ematici per valutare:

  • azotemia;
  • creatininemia;
  • elettroliti;
  • proteine plasmatiche.

Poi consulterà il dietologo o il nutrizionista per concordare, assieme al Paziente, una dieta opportuna al caso e le relative restrizioni, dietetiche e di liquidi.

Con l’aiuto dell’Operatore Socio Sanitario (ove ve ne sia bisogno del personale di supporto) valuta anche la presenza o meno di dolore, la sua qualità, la sua irradiazione e localizzazione.

Dopo l’Accertamento ci sarà una attenta analisi incrociata dei dati raccolti. Solo ora sarà possibile creare un Piano di Assistenza individualizzato e concordato con il Paziente o con l’eventuale Caregiver.

Verso un Piano di Assistenza standard.

Ed ecco un Piano di Assistenza standard. Per realizzarlo ci ispiriamo al Modello Bifocale di Carpenito (Diagnosi Infermieristiche o Problemi Collaborativi).

Il caso.

Il signor Gennaro, 68 anni, pensionato da poco, proveniente dal Pronto Soccorso e accede al reparto Post-Acuti in seguito alla stabilizzazione di una condizione di IRA.

All’accertamento infermieristico si rilevano i seguenti parametri:

  • P.A. 160/75 mmHg;
  • SpO2 94% in aria ambiente (AA);
  • F.C. 89 battiti al minuto (bpm);
  • F.R. 26 atti al minuto (am) con respiro superficiale.

Inoltre l’Assistito manifesta:

  • cefalea di valore 6 sulla scala NRS;
  • oliguria;
  • BMI = 28,50 (sovrappeso);
  • edema generalizzato;
  • secchezza della cute;
  • irrequietezza;
  • agitazione/ansia lieve legata alla patologia.

Un esempio di pianificazione assistenziale.

Successivamente all’Accertamento Infermieristico l’Infermiere Enuncia la sua Diagnosi: Eccessivo volume di liquidi correlato a compromissione dei meccanismi regolatori
secondaria a insufficienza renale acuta che si manifesta con entrate superiori alle uscite e edema generalizzato.

Obiettivo.

La persona ridurrà lo stato di edema generalizzato entro 3 giorni.

Pianificazione degli interventi:

  • garantire la privacy;
  • informare il paziente su ogni manovra che si andrà ad effettuare;
  • monitorare i parametri vitali;
  • monitorare il bilancio idrico;
  • pesare la persona;
  • monitorare lo stato della cute;
  • posizionare gli arti edematosi in scarico;
  • valutare lo stato di coscienza;
  • pianificare l’assunzione dei liquidi per via orale

Attuazione degli interventi:

  • effettuare igiene delle mani dell’operatore; chiudere la porta della stanza di degenza e posizionare un paravento a protezione dell’assistito durante le manovre invasive per garantire la privacy;
  • spiegare al paziente con parole adatte al suo livello di comprensione le fasi e l’utilità della manovra che si sta per eseguire affinché comprenda pienamente ciò che verrà effettuato e aumenti la sua collaborazione;
  • tenere monitorati in particolare i valori di P.A. e F.C. per valutare i livelli di sofferenza cardiaca, e i valori di SatO 2, F.R. e qualità del respiro per valutare l’eventuale coinvolgimento dei polmoni nel processo edematoso;
  • tenere monitorato, nelle 24 ore, il bilancio idrico valutando entrate (bevande, alimenti, acqua endogena, farmaci in forma liquida o in via infusiva) e uscite (urine, feci, perspiratio, sudorazione);
  • la persona va pesata tutti i giorni alla stessa ora, con la stessa bilancia e con indosso la stessa quantità di indumenti;
  • monitorare quotidianamente lo stato della cute per rilevare eventuale insorgenza di lesioni, soprattutto nelle zone edematose;
  • posizionare, con l’aiuto di presidi idonei, gli arti edematosi sollevati rispetto il livello del cuore, se non controindicato per insufficienza cardiaca;
  • eventuali alterazioni del sensorio possono essere segno di accumulo di tossine;
  • consultare il dietista per definire la dieta e l’apporto di liquidi; se possibile, somministrare i farmaci per via orale durante i pasti, in modo da contenere l’assunzione di liquidi. Se i farmaci devono essere assunti in altri orari, utilizzare la quantità di acqua indispensabile alla sola deglutizione degli stessi.

Valutazione.

Il Paziente ha ridotto gli stati edematosi.

Leggi anche:

Pielonefrite Acuta e Cronica. Infezione renale improvvisa (e non) che può sottendere una problematica renale.

Dott. Angelo Riky Del Vecchio
Dott. Angelo Riky Del Vecchiohttp://www.angelorikydelvecchio.com
Nato in Puglia, vive e lavora in Puglia, Giornalista, Infermiere e Scrittore. Già direttore responsabile di Nurse24.it, attuale direttore responsabile del quotidiano sanitario nazionale AssoCareNews.it. Ha al suo attivo oltre 15.000 articoli pubblicati su varie testate e 18 volumi editi in cartaceo e in digitale.
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