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Mooncup, ovvero la ‘coppetta’ che ha rivoluzionato la vita delle donne. Stop a mestruazioni ‘invadenti’.

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Contro ogni tipo di evento mestruale. Dai rimedi della nonna alle tecnologie più moderne al servizio delle donne.

Le nostre nonne usavano degli asciugamani, le nostre mamme degli assorbenti esterni, noi stiamo usando quelli interni e non abbiamo ancora scoperto la Mooncup. Il ciclo mestruale è un argomento tabù, per questo non tutti sanno che oggi è possibile utilizzare una coppetta in silicone per trattenere le perdite ematiche non essere schiave di assorbenti o “tampax”.

La coppetta mestruale nasce in Regno unito nel 2000, ,ma archetipi di questo oggetto risalgono agli anni ’30 del secolo scorso. La Mooncup, il cui nome deriva da “moon” ovvero luna in inglese che si collega al ciclo mestruale in quanto segue l’andamento della Luna, è una coppetta in silicone riutilizzabile che viene posta in prossimità del canale vaginale per raccogliere le perdite ematiche dovute alla necrosi dell’endometrio che indica l’inizio di un nuovo ciclo mestruale.

I materiali con cui è fatta solo rigorosamente controllati. La coppetta è interamente in silicone di grado medico, non contiene lattice, è ipoallergica e priva di sbiancanti, BPA, ftalati, plastica, candeggine o tossine. Non ha profumo, additivi o gel assorbenti, non contiene pesticidi nè OGM. La coppetta ha un codice ISO, che è il seguente 13485:2003.

La secchezza che è un comune problema per chi utilizza i tamponi interni non è riscontrata con l’utilizzo di Mooncup in quanto la coppetta non ha alcun potere assorbente e non altera il Ph naturale, come accade con i tamponi vaginali che assorbono ben più di 1/4 delle secrezioni di muco vaginale e possono rilasciare fibre in vagina. Inoltre è possibile valutare l’entità delle perdite ematiche grazie agli indicatori sulla coppetta.

Rompere gli schemi e fare questa scelta di utilizzare la coppetta è una scelta etica e che fa bene anche al portafoglio. La coppetta è riutilizzabile non va gettata, riducendo di molto i rifiuti prodotti durante il ciclo. Si stima che una donna produca in media 11.000 assorbenti o tamponi nel corso della sua vita, con una media di 22 per ciclo. Se vogliamo favorire l’ambiente fermiamoci a pensare a tutti gli imballaggi, strisce, adesivi, copri-adesivi che finiscono in discarica e dopo in mare dopo ogni ciclo. Chiediamoci se ne valeva la pena e se è moralmente corretto. Il costo è contenuto ed è circa quello che una donna spende in assorbenti per 6 mesi.

La praticità di utilizzo e l’economicità, sono due fattori vincenti che hanno portato in auge questo presidio. La capacità di contenimento è ottima anche per flussi abbondanti, non causa secchezza, non ha cordino ed è molto discreta. Non si getta e quindi ne serve solo una basta lavarla e riutilizzarla, non dovrete più riempirvi la borsa e gli armadietti di assorbenti e tamponi.

Dott.ssa Maria Carla Suzzi
Dott.ssa Maria Carla Suzzi
Redattrice Assocarenews.it. Ex-Infermiera, attualmente si occupa di marketing e sindacato. Ama la scrittura e conosce 5 lingue, tra cui l'arabo.
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