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Gli osteopati richiedono immediata esenzione IVA per le loro prestazioni.

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Per le loro prestazioni gli osteopati richiedono immediata esenzione IVA. Appena istituita la professione sanitaria dell’osteopata, l’Associazione ADOE si appella alle sentenze europee e ai pronunciamenti della Cassazione nel dichiarare la prevalenza di tali atti rispetto ad ulteriori decreti che il Governo indica necessari per l’esenzione IVA dalle loro prestazioni.

Riferiamo come fonte allegata il testo dell’Interrogazione parlamentare a risposta diretta, presentata mercoledì 13 ottobre u.s. dall’On. Pastorino (LeU) in Commissione Parlamentare Affari e Finanze.

Il medesimo quesito ripropone il senso dell’interpellanza formalizzata dall’Associazione tecnico-scientifica degli Osteopati Esclusivi nel febbraio 2021 all’Agenzia delle Entrate e al Ministero delle Finanze.

Ai sensi della Direttiva Comunitaria n. 2006/112, delle sentenze in materia della Corte di Giustizia Europea e del pronunciamento favorevole della Cassazione (n. 21108/2020), il Governo ha definito “discriminatoria” l’imposta sul valore aggiunto a carico degli osteopati italiani rispetto ai colleghi europei con parità di requisiti pedagogici e di esercizio.

Ciò nonostante, stando alla risposta espressa, soltanto un Decreto ad hoc del Ministero della Salute e del Ministero dell’Economia, introducendo quella dell’osteopata nell’elenco delle professioni sanitarie, consentirà l’esenzione IVA per le prestazioni rese. Ma non si sa né si prevede quando.

Gli osteopati comprendono la necessità della preliminare selezione dei professionisti che possano garantire “efficaci modalità di controllo delle loro qualifiche professionali” come temporanea giustificazione dell’impossibilità di esenzione IVA per tutti gli operatori sedicenti.

Nondimeno, essendo consapevoli che siano numerosi i professionisti di settore che da molti anni siano in possesso delle migliori qualifiche europee disponibili, essi ribadiscono convintamente le ragioni espresse nel testo dell’interrogazione anche a sostegno della rapida conclusione dell’iter legislativo che li riguarda.

Obiettivo: riconoscere la dignità che spetta alla nuova professione sanitaria nell’interrompere il versamento di un’aliquota vessatoria per i pazienti e senza alcuna giustificazione legale che non sia ascrivibile al ritardo istituzionale.

Pertanto, a sostegno degli stessi professionisti ancora discriminati nei giorni dell’entrata in vigore della legge istitutiva la loro professione, ADOE dichiara il primato della giurisprudenza comunitaria e nazionale rispetto ai successivi DPR: adempimenti questi ultimi previsti dalla legge per l’anno 2018 ma ad oggi non ancora pervenuti.

Ovvero, stando alla giurisprudenza, ADOE considera gli osteopati italiani che siano in possesso di requisiti di conformità europea nell’attuale diritto di esenzione IVA.

Imposta, peraltro, ad oggi regolarmente versata dagli associati per responsabilità ed etica professionale, in attesa di risoluzione che allo stato si configura tutt’altro che celere.

Detto ancora più chiaramente, i criteri di selezione che i Ministeri non sono ancora riusciti a stabilire nella forma esistono già da tempo nella sostanza.

Gli osteopati qualificati chiedono di poter fatturare subito in qualità di professionisti sanitari, riconoscendo altresì quanto l’imposizione dell’IVA in fattura possa indurre molti operatori sedicenti e i loro pazienti all’elusione fiscale.

Quella dell’ADOE è iniziativa ascrivibile alla deontologia e al civismo.

Dopo tre anni di ritardo rispetto agli impegni assunti, pur comprendendo le urgenze sanitarie intercorse, le difficoltà per l’emanazione di Atti dovuti non possono più giustificare quella discriminazione nei confronti degli osteopati citata pochi giorni fa dal Sottosegretario Freni a nome del Governo.

Per le ragioni esposte, l’Associazione ADOE implementerà la sua iniziativa in tutte le sedi opportune per combattere tale ingiustizia fiscale nei termini definiti dalle più alte Istituzione europee e nazionali.

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