Metodo molto diffuso. Se e perché è una buona scelta?
Partendo dal presupposto che senza una contestualizzazione ed una visione dell’allenamento per obiettivi, programmi allenanti che si fondano su strutture quali “5×5”, “4×8” o “8×8” rimangono solo numeri senza grande significato.
Con questi numeri solitamente ci riferiamo al numero di ripetizioni e serie (repxserie), quale codifica standard per la creazione di programmi di allenamento.
Dal momento in cui questi numeri sono inseriti in un programma attraverso un criterio logico e dopo un lavoro che ha collaudato la tecnica di esecuzione degli esercizi, possiamo allora cominciare a parlarne.
Il 5 x 5 è molto diffuso come schema di base per raggiungere miglioramenti di forza.
In effetti, considerate le ripetizioni non molto alte, permette di utilizzare un carico medio-alto e di concentrarsi sul gesto tecnico. L’ affaticamento muscolare (in termini di sensazione di bruciore e rigidità ad esempio) è limitato quando si eseguono 5 ripetizioni per 5 serie.
La conseguenza è che l’utilizzo di questo schema su un esercizio base come panca piana, squat e stacco da terra, utilizzando un peso con cui potremmo completare circa 7 rep (facendone però 5), ci consentirà nelle settimane di aumentare il carico un poco alla volta mantenendo comunque una buona esecuzione e un ottimo coinvolgimento muscolare.
Possiamo affermare che applicato con queste finalità, il 5×5 può portare ad un aumento di forza intesa come carico sollevato. Considerata anche la facilità dello schema, per un principiante risulta spesso essere una scelta intelligente.
Un allenamento secondo questo schema perderà lentamente di efficacia ed è probabile che l’atleta si ritrovi in una situazione di stallo, non riuscendo ad aumentare i carichi oppure riuscendo a farlo a discapito di una tecnica corretta e precisa.
Arrivati a quel punto sarà il momento di cambiare strategia, magari aumentando o diminuendo le ripetizioni (o le serie allenanti) oppure passare a schemi più complessi e ragionati.