FIALS Emilia-Romagna. Sanità bolognese al collasso: proclamato lo stato di agitazione in tutte le aziende sanitarie della provincia.
Sepe (FIALS): “Condizioni di lavoro disumane e servizi a rischio. La Regione Emilia-Romagna e le Aziende Sanitarie devono assumersi la responsabilità politica e gestionale di questo sfacelo”.
La FIALS Emilia-Romagna ha formalmente proclamato lo stato di agitazione sindacale del personale sanitario – comparto e dirigenza medica – delle quattro principali aziende sanitarie bolognesi: Policlinico Sant’Orsola-Malpighi, AUSL di Bologna, Istituto Ortopedico Rizzoli e AUSL di Imola. Contestualmente, è stata inviata al Prefetto di Bologna la richiesta di attivazione del tentativo obbligatorio di conciliazione, atto propedeutico allo sciopero.
> “Siamo di fronte a un livello di criticità senza precedenti”, dichiara Alfredo Sepe, Segretario Regionale FIALS Emilia-Romagna. “I lavoratori sono allo stremo, costretti a turni massacranti, rientri forzati nei giorni di riposo, doppi turni e carichi insostenibili. Le aziende non assumono, non reintegrano il personale cessato, e continuano a chiedere sempre di più agli stessi operatori, violando ogni norma di sicurezza, ogni equilibrio psico-fisico, ogni diritto.”
La situazione ha raggiunto un livello tale da compromettere non solo il benessere e la salute degli operatori, ma anche la qualità e la sicurezza delle cure erogate ai cittadini.
“È una condizione clinico-assistenziale gravemente compromessa. A rischio non è solo la tenuta del sistema sanitario, ma la vita stessa dei pazienti. Gli ospedali non riescono più a garantire i livelli minimi assistenziali, con reparti che operano in condizioni di emergenza permanente”, continua Sepe.
FIALS denuncia violazioni sistematiche delle normative sul lavoro e sulla sicurezza, tra cui:
Mancato rispetto dei limiti di orario e delle pause obbligatorie (D.Lgs. 66/2003)
Rientri imposti nei giorni di riposo, turni di 12-14 ore senza recuperi
Gravi carenze organiche che espongono operatori e pazienti a rischi enormi
Assenza di un piano assunzionale serio, responsabile e urgente
“I professionisti della sanità non sono carne da macello. Stanno pagando sulla propria pelle l’inadeguatezza gestionale delle direzioni aziendali e l’inerzia della Regione Emilia-Romagna, che continua a raccontare una sanità d’eccellenza mentre nei reparti si sopravvive a fatica”, attacca Sepe.
“Chiediamo a gran voce che il Presidente Bonaccini e l’Assessore Donini si assumano le loro responsabilità, aprendo immediatamente un tavolo di crisi. Altrimenti – avverte – la mobilitazione proseguirà fino allo sciopero generale della sanità bolognese.”
La FIALS sottolinea che non si tratta più di una rivendicazione sindacale, ma di una battaglia per la sicurezza e la dignità, dentro e fuori gli ospedali.
“Il personale sanitario è stanco, ammalato, in fuga. I cittadini sono esposti. È ora di dire basta. Lo stato di agitazione è solo il primo passo. Se non ci sarà una svolta immediata, i prossimi giorni saranno segnati dalla mobilitazione più dura che il territorio abbia mai visto in sanità”, conclude Sepe.
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