Fa freddo in ospedale: gli infermieri costretti a comprarsi le stufette.
Nel silenzio assordante della politica sanitaria, dove le parole superano di gran lunga le azioni, accade anche questo: infermieri e operatori sanitari che devono arrangiarsi per lavorare in condizioni accettabili.
A Pordenone, nel padiglione A dell’ospedale cittadino, le temperature rigide e l’umidità non risparmiano neanche gli ambienti dedicati all’emergenza territoriale (ex 118). Senza un sistema di riscaldamento adeguato, i professionisti della salute si sono trovati costretti a comprare stufette elettriche di tasca propria per affrontare il gelo delle loro giornate lavorative.
A denunciare la situazione è il sindacato Nursind, attraverso il segretario provinciale Gianluca Altavilla, che sottolinea come la direzione dell’ASFO (Azienda Sanitaria Friuli Occidentale) sia stata più volte sollecitata per risolvere il problema, senza risultati concreti: “da mesi si attendono le stufette promesse, ma invano. Abbiamo chiesto alla direzione di trasferire gli uffici tecnici nel nuovo ospedale, dove le condizioni sono migliori. Nell’attesa, ci faremo carico noi, come forze sociali, di acquistare le stufette: non possiamo permettere che chi cura rischi di ammalarsi.”
L’indifferenza istituzionale e le soluzioni di fortuna.
La situazione mette in evidenza una delle tante contraddizioni della sanità italiana. Da un lato, si parla di carenza di personale, strategie per rendere più attrattive le professioni sanitarie e tutela dei lavoratori. Dall’altro, si lasciano infermieri e operatori sanitari al freddo, con un’organizzazione che sembra spesso più interessata al risparmio che alla salute dei propri dipendenti.
L’ironia amara emerge anche nelle parole di Altavilla: “Non possiamo pensare che chi è chiamato a curare si ammali a causa delle condizioni in cui lavora.” Un’affermazione che dovrebbe far riflettere, ma che sembra cadere nell’indifferenza generale.
Politiche sanitarie: chi parla, chi ascolta e chi si dimentica.
La vicenda di Pordenone è solo una delle tante. Mentre il Governo ignora nuovamente gli infermieri, le opposizioni li usano come strumento di denuncia (VEDI le dichiarazioni di Elly Schlein: “7 euro di aumento per gli infermieri, 7000 per i ministri”) per poi dimenticarli una volta tornati al potere.
Nel frattempo, l’unica certezza per il personale sanitario rimane il ricorso a soluzioni di fortuna, come stufette, termosifoni portatili o addirittura coperte, per garantire non solo il proprio benessere ma anche la qualità delle cure ai pazienti.
È paradossale pensare che chi dedica la propria vita a curare gli altri debba affrontare condizioni di lavoro simili. Situazioni come quella di Pordenone sono il sintomo di un sistema che ha urgente bisogno di riforme strutturali, ma anche di rispetto e attenzione per chi ne è il cuore pulsante: il personale sanitario.
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