Da Redazione Assocarenews.it 
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Gli OSS (Operatori Socio Sanitari) continuano a essere considerati personale di supporto all’Infermiere principalmente per motivi storici e normativi legati ai profili professionali e alle competenze assegnate. L’origine di questo orientamento risale a decreti e accordi (es. D.M. 739 del 1994) che indicavano il personale di supporto come figure al servizio e sotto la supervisione degli infermieri, in un contesto in cui la figura OSS non era ancora definita e venivano considerate altre figure come l’OTA.
Nel contesto attuale, gli OSS svolgono attività in collaborazione con gli infermieri, secondo un modello di lavoro multiprofessionale dove ognuno apporta competenze proprie, ma la definizione di “supporto” rimane di fatto imposta a livello deontologico soprattutto dagli ordini professionali degli infermieri che ne rivendicano il controllo. Questo si traduce in una subordinazione funzionale dell’OSS all’infermiere per la gestione e supervisione delle attività assistenziali.
Tuttavia, esistono visioni critiche che considerano sbagliato definire l’OSS solo “personale di supporto”, sottolineando che essi hanno un ruolo autonomo e professionale all’interno dell’assistenza sociosanitaria, lavorando per collaborare e coadiuvare e non semplicemente per supportare l’infermiere.
Infine, la recente introduzione della figura intermedia dell’Assistente Infermiere evidenzia un’evoluzione del sistema che mira a rafforzare la professionalità degli OSS e il lavoro di squadra, pur confermando il ruolo di supervisione e coordinamento degli infermieri sui livelli inferiori di operatività assistenziale.
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