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Gli infermieri sono la colonna portante del sistema sanitario italiano, ma spesso il loro valore resta invisibile e poco riconosciuto. La testimonianza di Carmen Olivo, infermiera al reparto di Cardiochirurgia dell’Ospedale Maggiore di Parma, ci offre uno sguardo autentico sul dolore e la passione di chi ogni giorno assiste i pazienti con dedizione e professionalità.
Carmen racconta il lavoro intenso che svolgono gli infermieri, sempre presenti 24 ore su 24 per accompagnare le persone nei momenti più fragili della loro vita. Con attenzione, responsabilità e amore, curano, ascoltano e sostengono i pazienti, ma spesso si sentono invisibili agli occhi della società e delle istituzioni.
Nelle sue parole emerge la frustrazione di essere considerati poco, di vedere il proprio impegno professionale ignorato, malgrado la delicatezza e la fatica della professione, che richiede turni notturni, lavoro nei giorni festivi e sacrifici a livello personale. Carmen si domanda perché in Italia un infermiere debba sentire che chi lavora in fabbrica guadagna più di lui, eppure letteralmente ha tra le mani la vita delle persone.
Il problema, spiega anche l’articolo, è strutturale: gli infermieri spesso non ricevono riconoscimenti adeguati, neanche salariali. Nelle recenti trattative contrattuali la CGIL ha denunciato una vera “mortificazione” dei lavoratori, con aumenti salariali ben sotto l’inflazione, che non riflettono il ruolo nevralgico che gli infermieri svolgono nel sistema sanitario.
La carenza di infermieri in Italia è un altro dato preoccupante: con solo 6,9 infermieri per mille abitanti rispetto a 8,26 della media UE e 13,2 della Germania, il sistema sanitario mostra la difficoltà nel garantire un’assistenza all’altezza delle esigenze di una popolazione sempre più fragile.
Riflettere sull’importanza degli infermieri è quindi un’urgenza: senza di loro nessun reparto, nessuna sala operatoria o emergenza potrebbe funzionare. È necessaria più dignità, riconoscimento e investimenti per una professione che salva vite ogni giorno.

