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Carenza Infermieri: Schillaci, “non solo questione di stipendio, serve valorizzazione e carriera”. E quando?

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La carenza di infermieri nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è una problematica complessa che va oltre la semplice questione retributiva. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, durante la Giornata Internazionale degli Infermieri e la presentazione del primo Rapporto sulle Professioni Infermieristiche realizzato da Fnopi in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha sottolineato la necessità di percorsi di carriera chiari e una valorizzazione professionale per attrarre e trattenere i talenti.

Schillaci ha evidenziato come l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle patologie croniche stiano trasformando la domanda di salute. Questo richiede un cambiamento nel modello di offerta sanitaria e un ruolo sempre più centrale per gli infermieri.

“La carenza degli infermieri non è solo un problema di retribuzione economica,” ha affermato il Ministro. “Bisogna prevedere percorsi che rendano possibili e agevoli prospettive di carriera per ridare attrattività alla professione.”

Il governo ha già adottato misure per valorizzare economicamente gli infermieri, tra cui:

  • Misure sulla libera professione per chi lavora nel servizio pubblico.
  • Indennità per chi è occupato nell’emergenza urgenza.
  • Detassazione degli straordinari.
  • Riforme dei percorsi specialistici, in collaborazione con Fnopi.

L’obiettivo è riportare i giovani a scegliere i percorsi di studi infermieristici, investendo sulla motivazione e offrendo prospettive di crescita. Il Ministro ha riconosciuto l’interesse crescente per le lauree magistrali e la necessità di rispondere alle ambizioni di crescita dei giovani professionisti. “Ci sta a cuore non solo formare adeguatamente, ma anche trattenere in Italia il nostro capitale umano,” ha dichiarato.

Schillaci ha sottolineato il ruolo fondamentale dell’infermiere di famiglia e di comunità nella riforma della sanità territoriale. “La sfida che abbiamo davanti va ben oltre la capacità di curare e di fornire assistenza, ma richiede investimenti nella prevenzione primaria, secondaria e terziaria,” ha spiegato. L’infermiere di comunità, in team con altre figure professionali, è essenziale per l’integrazione tra ospedale e territorio.

Il Ministro ha elogiato il Rapporto Fnopi-Scuola Superiore Sant’Anna come uno strumento di orientamento per le istituzioni, evidenziando la fiducia degli infermieri nel SSN e la loro preferenza per il lavoro nella sanità pubblica.

La carenza di infermieri richiede un approccio multifattoriale che tenga conto non solo della retribuzione, ma anche della valorizzazione professionale e delle prospettive di carriera. Il governo, in collaborazione con Fnopi, è impegnato a riformare i percorsi specialistici e a investire sui giovani per garantire un futuro sostenibile al SSN. Il ruolo dell’infermiere di comunità sarà cruciale nella riforma della sanità territoriale, a beneficio dei pazienti e della sanità pubblica.

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